- <p>Dal momento che la maggior parte della pubblicità su internet è gestita da pochi broker,
- non c'è voluto molto tempo perchè si rendessero conto di poter posizionare un cookie tracciante sui dispositivi per conoscere i luoghi in cui si trovano gli utenti.
- Ogni volta che si carica un annuncio la primissima cosa che il broker fa è quella di verificare se il dispositivo ha già il suo numero seriale univoco in un cookie.
- A questo punto cerca il profilo relativo a quel numero seriale e memorizza il nuovo sito.
- Questo è il motivo per cui un utente può effettuare una ricerca su un sito per un prodotto che solitamente non cerca, ad esempio le noci,
- e da quel momento improvvisamente inizia a vedere annunci di noci su ogni sito web visitato.</p>
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- <p>Oltre agli ad-broker, anche i social media hanno scoperto come entrare in azione.
- Alcuni anni fa i principali siti social come Facebook e Twitter hanno convinto un gran numero di siti web che
- sarebbe stato loro molto utile inserire alcune piccole icone dei social media sulle loro pagine. Queste però non sono semplici immagini.
- Esse contengono del <a href="https://developers.facebook.com/docs/plugins/like-button/">codice incorporato</a> che collega al sito del social media ma non solo, oltre ad altre cose,
- carica un cookie di terze parti sul dispositivo. Questi cookie sono caricati anche se l'utente non possiede nemmeno un account su quel particolare social media.
- Nel corso del tempo le aziende come Facebook (che gestisce anche una rete di annunci) hanno costruito un numero enorme di profili dettagliati di persone che
- <a href="http://www.theverge.com/2016/5/27/11795248/facebook-ad-network-non-users-cookies-plug-ins">non hanno nemmeno mai creato un account sul loro sito</a>.</p>